33 State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.
34 È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.
35 Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,
36 perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati.
37 Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!».
Breve introduzione al tempo di Avvento:
Il tempo di Avvento è un tempo breve, ma intenso. È il tempo nel quale la liturgia ci fa vivere l’attesa per la venuta del Signore. Potremmo sintetizzarlo come il tempo in cui ricordiamo che il Signore è venuto, viene e verrà! Egli è venuto una prima volta nel nascondimento e nella debolezza della carne duemila anni fa nell’umile mangiatoia di Betlemme; verrà nella gloria alla fine dei tempi per consegnare il Regno al Padre. Tra queste due venute ogni uomo fa l’esperienza di un continuo visitarci di Dio nella nostra vita di tutti i giorni.
Questo tempo è di grande consolazione perché ci dice che il Signore non si è stancato di continuare a venire, di bussare alle porte della nostra vita attraverso avvenimenti e persone che ci circondano.
Chi viene è il Signore, don Tonino Bello diceva che “l’avvento comincia in cielo”, noi dobbiamo metterci “solo” in condizione di accoglierlo, metterci in condizione di LASCIARCI VISITARE! Non è un tempo quindi di “sforzi moralistici” per diventare più buoni (almeno per Natale!), ma un tempo dove permettiamo di far riemergere quello che è già presente nella nostra vita e che siamo chiamati a riscoprire: la grazia e la misericordia del Signore!
Possiamo allora vedere le IV settimane di Avvento come un aiuto a ri-scoprire e ri-accogliere la presenza amorevole del Signore nel nostro cammino.
Il filo rosso che percorre le letture bibliche di questa prima domenica d’Avvento è il tema della vigilanza.
la struttura del testo è molto semplice:
esortazione iniziale (v.33); racconto di una parabola a modo di illustrazione (v.34-36); estensione del discorso non solo ai discepoli a cui era rivolto ma a tutta la comunità cristiana (v.37)
Analisi e commento del testo:
33 State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.
Interessante in questo primo versetto in ciò che viene tradotto con “state attenti”, più esatto è “guardate” anzi, “osservate”. La realtà c'è ma noi spesso non la vediamo. L'ultimo miracolo in Marco è stato la guarigione della vista, perché noi vediamo sempre i nostri desideri o le nostre paure, mai la realtà. Si tratta che noi vediamo le persone in funzione della nostra paura, quindi a cosa ci serve, in cosa ci può danneggiare. Vediamo la realtà con gli occhiali dei nostri pregiudizi e idealizzazioni.
Possiamo dire che in questa prima domenica di Avvento Gesù ci voglia indicare innanzitutto il luogo dell’appuntamento con lui: la realtà della nostra vita!
Possiamo correre il rischio, per diversi motivi, di non saper più entrare in contatto con la realtà, con il nostro oggi, con le persone intorno a noi e ci possiamo addormentare. Ci si può addormentare per la stanchezza, perché siamo troppo tristi, ci si addormenta quando quello che abbiamo desiderato non arriva e ci lasciamo rapire dalle proprie fantasie e dalle illusioni nostalgiche.
34 È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.
35 Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,
36 perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati.
Questo racconto che segue ci parla di un uomo che lascia un potere, un compito ai servi e al portiere. Gesù ci fa fare un passo ulteriore nel nostro vegliare: non solo avere consapevolezza della nostra realtà ma saper vedere dentro di essa quale compito ci affida. Quale compito mi sta consegnando il Signore oggi in questa realtà, in questa giornata? Cosa mi sta indicando dentro questa situazione? Non è così scontato credere che nel nostro oggi, qualunque esso sia, il Signore sia presente e ci parli, ci apri una strada, ci affidi una missione! Rendersi conto delle tracce di Dio che attraversano il nostro oggi perché la nostra vita è sempre impastata di Dio: questo è il mistero del Natale, del Dio con noi.
…ha ordinato al portiere di vigilare…
Il portiere fa la guardia cioè ha il compito di selezionare: il portiere decide chi far entrare e chi no! E’ un invito a ri-guardare la nostra vita distinguendo quello che ci serve da quello che non ci serve.
Vedere se quello che abbiamo fatto entrare nel nostro cuore ci aiuta veramente a vivere quello che abbiamo scelto e le persone che ci sono state affidate.
Noi spesso abbiamo lasciato entrare nel cuore cose che non ci aiutano a vivere: rancore, conti in sospeso, sensi di colpa, sete di possesso… abbiamo lasciato entrare relazioni che non ci portano da nessuna parte e ci fanno sprecare un sacco di energia, abbiamo fatto entrare abitudini che ormai conducono la nostra vita chissà dove!
Ecco perché in questo tempo c’è l’invito a recuperare un po’ di silenzio: per potersi ascoltare, per far emergere quello che abita nel nostro cuore e farlo diventare preghiera e dialogo con il Signore.
35 Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,
36 perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati.
La parabola ci parla infine di quattro momenti della notte che possiamo identificarli con i quattro momenti della passione di Gesù.
la sera è il momento dell’ultima cena, le cose stanno precipitando i discepoli non comprendono bene quello che accade. Gesù poteva chiudersi in silenzio, poteva rassegnarsi e arrabbiarsi con loro per il loro cuore indurito e invece si “inventa” la lavanda dei piedi…fa un passo ulteriore di amore verso di loro!
Mezzanotte è l’episodio del Getsemani dove Gesù poteva fare la scelta di restare o di scappare dalla croce e invece si mette a pregare per avere la forza di restare!
Il canto del gallo è il momento del rinnegamento di Pietro di fronte al quale Gesù poteva nutrire odio e vendetta e invece si “inventa” uno sguardo di perdono e di misericordia
La mattina e il momento della croce e della sofferenza di fronte al quale Gesù non si dispera ma si affida al Padre.
Gesù ci ha insegnato a non scappare dalla realtà ma entrarci dentro; saper vedere in essa la presenza del Padre che ci permette di stare svegli e “inventare” nuovi sentieri di amore e speranza… mentre tutti dormono!
Buon Avvento.
Don Paolo
Testi di rifermento per questa lectio:
Commento al Vangelo di Marco, Silvano Fausti
Omelie domenicali di Don Fabio Rosini
Leggersi dentro con il Vangelo di Marco. Gaetano Piccolo